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Lo spread incide sul mutuo della tua casa

 

In queste ultime settimane non si è fatto altro che parlare di spread, ovvero la differenza tra i titolai di stato Tedeschi (Bund) e quelli italiani (Btp) che sono arrivati a toccare quota 320 rispetto ad aprile che erano a 120 punti di differenza. Molti Italiani infatti sembrano terrorizzati dopo la manovra del parlamento, che ha visto una scossa improvvisa sui titoli di stato, che però fortunatamente sembrano essersi fermati a quota 310, e quindi, c’è davvero da preoccuparsi per il tasso dei mutui?

Nel breve periodo no, ma bisogna considerare che gli indici Euribor, ovvero il tasso di riferimento, che indica l’interesse medio delle transazioni finanziarie in Euro tra le principali banche europee, sono legati ai rialzi dei tassi della Bce: e quando i mercati passano attraverso una fase burrascosa, i tempi di una stretta monetaria si fanno sempre più lontani. Questo significa che chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile potrà addirittura trarne beneficio. Per quanto riguarda invece il tasso Eurirs, che è il tasso di interesse medio al quale i principali istituti di credito europei stipulano swap (scambiano flussi monetari in entrata o in uscita) a copertura del rischio di interesse, tendono a scendere nei momenti di crisi, perché gli investitori scommettono sui titoli tedeschi, considerati beni rifugio.

In conclusione anche tra il 2011 e il 2012, quando lo spread arrivò a 440 punti, l’aumento degli interessi medi si verificò solo dopo sei mesi, perché i processi di revisione degli spread di offerta sui muti tengono in considerazione vari elementi avvinghiati alla tesoreria della banca. Quindi a differenza tra i titoli Bund e Btp che possono cambiare nell’immediato, quello dei mutui è meno variabile.